Spesso si pensa allo stress come a una malattia, a una forma d’ansia, a un qualcosa di disturbante. Secondo la letteratura, lo stress è una modalità fisiologica di adattamento dell’individuo alle richieste ambientali, e non è quindi necessariamente qualcosa di negativo.

Occorre infatti distinguere tra distress e eustress .

Il distress (o stress negativo), è caratterizzato da una discrepanza tra le richieste ambientali e le capacità della persona di fronteggiarle, richieste che sono eccessive o troppo scarse. In entrambi i casi, infatti, lo stress assume connotazione negativa perché l’individuo tende a sentirsi o troppo stimolato (con conseguente sensazione di sovraccarico e affaticamento) o troppo poco stimolato (una condizione di sofferenza e mortificazione) vedendo minato il proprio benessere psico-fisico. Quello che comunemente chiamiamo lo stress è quindi il distress.

Esiste poi l’ eustress (o stress positivo), in cui l’individuo è in grado di fronteggiare le richieste ambientali. L’eustress, infatti, rappresenta una sorta di perturbazione positiva, che ci spinge all’azione e a imparare dall’esperienza e dall’esperire. Che ci permette di valorizzare le nostre risorse e competenze senza appesantirci, piuttosto permettendoci di sentirci attivi e vitali. Si tratta, quindi, di una “condizione stimolante”, che permette alla persona di attivarsi, senza sovraccarico, e di provare padronanza e appagamento. L’eustress permette quindi alla nostra persona di emergere.

Questa differenza è importante, perché dovrebbe far riflettere sul livello di eustress che sentiamo ogni giorno nella nostra vita . In teoria, in famiglia, nell’ambiente di lavoro, nello sport e nel tempo libero, per ‘dare il massimo’, dovremmo essere nelle condizioni di eustress. Quando le richieste esterne superano le nostre risorse o le svalutano…ecco, in quel caso non possiamo essere né valorizzati, né, quindi, produttivi. Ogni ambiente di vita dovrebbe essere organizzato in modo tale da favorire condizioni di eustress. Questo ha infatti conseguenze positive a livello psicologico (senso di efficacia personale, autorealizzazione), che a livello sociale e, nel caso del contesto di lavoro, anche a livello produttivo.

“Lo stress è come una spezia. Nella giusta proporzione esalta il sapore di un piatto. Troppo poca produce un blando, noioso pasto. Troppa può soffocarlo” (Donald Tubesing)

Dott.ssa Elena Lensi
Psicologia
Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia Clinica
Esperta in Tecniche di Ipnosi Clinica
(OPT n. 4239)